Me...

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martedì 7 febbraio 2012

Le tarme nel portafogli

La vita è costellata di momenti difficili, questo è indubbio, ma a volte capitano cose che minano profondamente l’autostima di una donna, soprattutto se la signora in questione è la classica persona superindaffarata: lavoro (stressante da far venire i capelli dritti con quel nuovo capo fin troppo perfettino), casa (pulisci, cucina, stira e lava... e se ti azzardi a fare la fettina anemica si arrabbiano pure), spesa (guarda l’etichetta, la scadenza, il glutammato, il lattosio, il piripacchio...) magari pure i figli (prendili, portali, accompagnali, curali). Insomma una specie di dea Kali
Ecco è proprio quando una donna così si reca, chessò dal macellaio, ordina col sorriso sulle labbra (perché non si sa mai che poi uno sconticino ci scappi pure) due etti di cotto, la bresaola, le fettine di vitello, il petto di pollo, insomma una spesuccia degna di rimpinguare i ripiani di quel frigorifero che ad inizio settimana ti fa l’eco come le caprette di Heidi, che scatta il momento di panico assoluto.
A spesa conclusa la fanciulla si avvia alla cassa. Estrae il portafogli e... ne escono nugoli di tarme. Non c’è nemmeno il bancomat o la carta perché sono nell’altra borsa! E’ rimasto solo l’euro che serve per il carrello del supermercato, quello che non si spende MAI.
Orrore! Che fare? A parte passare in rassegna sul volto tutti i colori dell’arcobaleno (compresi indaco e violetto) è cosa indubitabile che sovvenga alla mente l’immagine di una piccola vanga con la quale scavare molto, molto velocemente una fossa grande abbastanza per saltarvici dentro alla velocità del fulmine e da ricoprire all’istante con tanto di fiorellino spuntato all’uopo. 
Ma tantè, il problema bisogna risolverlo comunque: un sorriso in questo caso è sempre una buona idea ma le possibilità che si aprono sono molteplici:
1) La telefonata inaspettata – Ovvero si finge una telefonata assolutamente improrogabile, importantissima, scusandosi con la cassiera e promettendo di tornare dopo due soli minuti. In questo caso ovviamente ci si dovrà esibire in una performance degna dell’Actor Studio con una serie di “Mammamia!!, davvero??, dobbiamo risolvere subito la cosa!” scappando fuori dal negozio sveltamente ma facendo bene attenzione a mantenere lo sguardo fisso sugli occhi del questuante, gesticolando con le mani in segno di “arrivo immediatamente, esco per una questione di cortesia e di rispetto per lei che certamente non ha voglia di sorbirsi i miei discorsi”.
2) Occhioni da gatto con gli stivali – Tecnica non facile: consiste nell’arcuare le sopracciglia e sgranare le palpebre in modo da far leggermente lacrimare l’occhio che in questo modo diverrà simile a quello di un cucciolo tenerissimo. Questo sistema è più efficace quando si ha a che fare con un esponente dell’altro sesso che normalmente sfodera la sua recondita esigenza di aiutare le pulzelle in difficoltà. In questo modo si potrà chiedere (sottovoce) all’interlocutore di poter tornare più tardi. Normalmente una classica cassiera risponderebbe gridando “Coooosa signoora? Non ha i soooldiiii? Non impooooortaaaa.”
3) La verità con dignità – Vuotare il sacco, ecco l’ultima chance. In questo caso la cosa è attuabile solo se l’esercente ci conosce da tempo  e sa che tutto sommato, anche in piena crisi economica mondiale, siamo abbastanza solvibili per le fettine di pollo. Scusarsi profusamente ma anche con aria decisa, quasi infastidita, del tipo “ecco, ieri ho messo via la vecchia borsa senza vuotarla così mi trovo nei pasticci. Rimedierò a questo inconveniente e sarò di nuovo qui in men che non si dica (anche se avrei un miliardo di altri impegni più importanti)”.

A parte gli scherzi consolatevi, capita proprio a tutte. Tuttavia, basta un tocco di bon ton!

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