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sabato 16 luglio 2011

Una pedalata in stile bon ton

Tanto si parla della cattiva educazione di automobilisti più o meno arroganti che fanno spesso mostra di inciviltà con un uso dell’automobile affatto rispettoso del comune viere civile, in special modo nelle grandi città. Ma se è vero che gli amanti delle due ruote si trovano spesso in grandi difficoltà nella gestione dello spazio stradale con i colleghi che di ruote ne hanno quattro, è pur certo che un buon numero di ciclisti cittadini  fanno spesso mostra di assoluta villania nell’uso del proprio mezzo. Ai marciapiedi bisognerebbe ormai trovare un nome diverso, molto più appropriato alla destinazione d’uso, perché è molto più probabile veder transitare veicoli di ogni tipo sullo spazio ipoteticamente riservato ai pedoni: biciclette inforcate da signore di ogni età che strombazzano con campanelli dai suoni più inusuali per chiedere strada a quei poveretti che camminano verso la loro meta, magari assorti nei loro pensieri, o intenti ad adocchiare la vetrina al proprio passaggio, arrivando a mezzo millimetro dal polpaccio del pedone che dovesse intralciare la loro strada .
Non solo ciclisti sul marciapiede, ma contromano, a velocità così sostenuta da essere degna di una tappa a cronometro  al giro d’Italia, che pretendono di “riappropriarsi” degli spazi che sono stati loro tolti da un’entità non ben definita.
E’ vero che di piste ciclabili ve ne sono ben poche, soprattutto nelle grandi città, ma mi chiedo se certe signore, armate di seggiolini per i pargoli posizionati avanti e dietro (dove spesso i bimbi vengono caricati senza alcuna protezione per la testa), che pedalano allegramente sfoggiando un abbigliamento del tutto inadeguato tipo minigonna ascellare e tacco dodici, che ne frattempo parlano al telefonino, non rispettano il rosso, lo stop, né le precedenze e che pure si infuriano contro chi abbia la malsana idea di protestare contro queste modalità incivili, sarebbero altrettanto spavalde se la sicurezza cittadina decidesse di multare ogni comportamento non ligio al codice della strada, dato che, come riporta lo stesso codice, la bicicletta è da considerarsi comunque un veicolo.
Favorevolissima alla costruzione di spazi ciclabili (che utilizzerei volentieri anch’io) ricordo però agli amanti delle due ruote che, essendo la realtà dei fatti ben diversa da un’utopistica città ideale per le due ruote, o si rispettano le regole oppure si è destinati a essere oggetto degli improperi di un gran numero di utenti, motorizzati e non, anche mentre si tenta di far presenti le necessità di chi, bontà sua, all’automobile ingombrante e fonte d’inquinamento, preferisce una ben più salutare pedalata in bicicletta.

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