Me...

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venerdì 24 giugno 2011

Un esame per tutti

Tempo di esami di maturità questo per molti giovani imberbi alle prese con le ansie del tema di italiano, i problemi di calcolo e svariate terze prove che vanno dalle versioni di Cicerone ai test specifici per ogni indirizzo.
Maturità, un vocabolo che dovrebbe essere sinonimo di equilibrio, giudizio e di un'adeguata capacità di relazionarsi con le avversità della vita e con il prossimo.
Cosa ritroviamo invece sbandierato ai quattro venti su ogni rete televisiva? Ritroviamo una serie di pseudo méntori, maestri di vita più o meno autorevoli, che puntano il dito verso i giovani d'oggi mettendoli bene in guardia dall'utilizzo delle moderne tecniche di "recupero" di quella cultura che, alla bella età dei 18 o giù di lì, dovrebbe essere almeno parziale bagaglio dei loro zaini mentali ed emotivi.
Nell'era del sapere "internettiano" in cui chiunque riesce a recuperare una parvenza di nozionismo su un qualsiasi argomento, semplicemente digitando le parole chiave sui motori di ricerca (senza preoccuparsi di controllare se le fonti siano o meno attendibili) manca, di fondo un contenuto originale. E sì che questi ragazzi ne avrebbero da raccontare. Personalmente non criminalizzerei il tentativo (legittimo infondo visto che di diritto o di rovescio ci siamo passati un po' tutti) di recuperare qualche informazione di straforo che possa dare il là alla sindrome da foglio vuoto che prende, a volte, anche il più consumato degli scrittori. Semmai insegnerei loro negli anni come utilizzare correttamente le informazioni, come organizzarle, analizzarle e scomporle per creare qualcosa di totalmente nuovo. La creatività nasce anche dalla conoscenza, dall'approfondimento e... da quel lampo di genio che arriva quando meno ce lo si aspetta.
Cosa invece sottolineerei nelle quotidiane strisce televisive è l'atteggiamento di rispetto che i ragazzi dovrebbero imparare a tenere nei confronti del prossimo, adulti in primo luogo. Non si abbrevia, non si scarabocchia e non si pasticcia su un compito di maturità. Ci si rivolge ai professori con garbo e gentilezza, salutandoli sempre, all'inizio e alla fine dell'esame. Se si viene colti in flagrante niente sceneggiate! Già si sapevano i rischi della cosa. Ai compagni correi non si dice nulla ma si spera in una sorte migliore anche per loro.
Ma rispetto è soprattutto per se stessi: per avere quella fondamentale consapevolezza di essere grandi, di sapersela cavare da soli... di essere, in una parola, maturi.

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